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STORIA DELLA SICILIA
pre-ellenica greca romana medievale normanna
Svevi e Angioini aragonese moderna contemporanea statuto

palermo cattedraleI Normanni ("uomini del Nord"), partiti dalle loro sedi in Scandinavia, si erano stanziati nel 911 nell'odierna Normandia. Alcuni gruppi di mercenari normanni, in seguito, militano nel Sud della nostra penisola, inserendosi nelle contese che opponevano i pontefici romani, i duchi longobardi di Benevento e di Salerno, gli arabi di Sicilia, i bizantini di Puglia e di Calabria. Con l'accordo di Melfi (1059) i Normanni ottengono il privilegio di considerarsi vassalli del pontefice, guadagnandosi nel contempo il riconoscimento dei diritti feudali sull'italia meridionale. Un loro condottiero appartenente alla famiglia degli Altavilla, Roberto il Guiscardo (lo "scaltro"), ottenuto il titolo i duca di Puglia, assoggetta Bari e Salerno. Un fratello di Roberto, Ruggero, inizia la conquista della Sicilia, entrando in Palermo nel 1072. L'ultima piazzaforte araba, Noto, capitola soltanto nel 1091, meritando a Ruggero l'ambito titolo di legato pontificio dell'isola. Uno storico medievale, Amato di Montecassino, compone una Storia dei Normanni, compiacendosi di fare risaltare le doti cavalleresche dei compagni del Guiscardo: essi, difensori della Chiesa, prestanti e ottimi guerrieri, lottano contro i nemici (musulmani e cristiani greci scismatici) in virtù del miracoloso aiuto divino: Roberto il Guiscardo stesso, in verità un rude avventuriero, è descritto come un nuovo Davide, generoso e prode difensore della fede.

1130 Ruggero II succede nel 1101 al padre Ruggero I ed ottiene dall'antipapa Anacleto II il titolo di re di Sicilia e di duca della Campania, beneficio sancito nove anni dopo da Innocenzo II.

Ruggero II estende i confini del regno fino al Tronto, aggiungendo Capua, Amalfi e Napoli: la capitale è posta a Palermo. Egli pretende diritti su ogni terra, assegnando, in beneficio, terre ai suoi seguaci. E' in questo periodo che un'organizzazione di tipo feudale si diffonde anche in Sicilia. Caratteristica del regno siciliano è l'esistenza di un'amministrazione centrale assai complessa, lascito delle dominazioni bizantina e araba: il re è assistito da sei ufficiali (l'"ammiraglio", carica di origine araba, capo delle forze armate; il protonotario, capo della cancelleria ecc.) e da magistrati sparsi nelle province (iusticiarii e connestabuli). Esistono un'amministrazione finanziaria (detta in arabo dohana) e una forma di autogoverno concessa alla comunità araba di Palermo, retta da un qadì. Speciali prerogative, in materia di organizzazione ecclesiastica, vengono riconosciute ai sovrani normanni, nominati legati papali, ossia diretti rappresentanti della Santa Sede, da papa Urbano II: lo sradicamento dell'islamismo e la lotta contro l'influenza del Cristianesimo greco-bizantino sono gli obiettivi principali imposti dai pontefici. Alla corte di Ruggero perdura la cultura araba: il geografo al-Idrisi costruisce a Palermo un grande planisfero d'argento, scrivendo inoltre un'opera geografica significativamente chiamata Kitab-Rugiar, ossia Il libro di Ruggero.

1147 Scorrerie della flotta normanna nell'impero Bizantino: saccheggiate Corfù, Tessalonica e Tebe. Da quest'ultima località vengono deportati in Sicilia numerosi artigiani abili nella lavorazione della seta.
1154 Guglielmo I succede a Ruggero. Entrato in conflitto con Federico Barbarossa deve fronteggiare anche la rivolta dei suoi baroni, sedata nel 1156.
1166 Guglielmo II è incoronato re. Sostenendo il Papato e i comuni settentrionali nella lotta contro il Barbarossa, può addirittura minacciare il decadente Impero Bizantino. E' tra i fautori della III crociata, indetta contro il Saladino: truppe normanne, infatti, giungono in soccorso di Tripoli. Designa quale erede la zia Costanza, promessa in sposa a Enrico, primogenito del Barbarossa, permettendo così alla dinastia sveva di accampare legittimi diritti sul trono di Sicilia.

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